DIRITTO DI REPLICA

Author: S.O.G.F. / Etichette:


caro principe barisone serafico, da iscritto al'associazione sindacato degli studenti, parlo a nome dei circa 70 iscritti, per rispondere con un certo rammarico all'articolo da te pubblicato nei confronti della nostra associazione. il rammarico è dovuto al fatto che, stando così le cose, dobbiamo constatare che nel 2008 la goliardia turritana ha tra sue fila un princeps che di storia e tradizione goliardica si riempie la bocca ma poco mostra di conoscere: chi infatti conosce la storia del movimento turritano, sa che, a cavallo tra gli ultimi anni 50 e metà anni 60 circa, il simbolo oggetto delle tue accuse di plagio, altro non era che il logo ufficiale dell'organo di stampa VOCE UNIVERSITARIA, allora principale strumento di informazione della ATU. dopo anni di inerzia, chi ha ripreso il marchio e la stampa del giornaletto, con regolare registrazione presso il tribunale, non ha ritenuto di vitale importanza, nel pieno rispetto dalla legge, stravolgere diciture e simbolistica, tant'è che da metà anni 90 ad oggi l'unico ad aver trovato qualcosa da ridire in merito sei proprio tu, caro principe, e lo fai guardacaso a poche settimane dal voto di rinnovo delle rappresentanze studentesche universitarie, e lo fai senza cognizione di causa, dichiarando un nostro coinvolgimento diretto con una nostra lista. a dire il vero un paio di nostri iscritti concorrono per le elezioni universitarie, non nella stessa lista tra l'altro, ma questo credo sia diritto di tutti, giacchè sappiamo che anche membri della goliardia, giustamente e a diritto concorrono per le stesse elezioni. se poi si vuole far cadere l'accento sulla strumentalizzazione politica della vostra associazione, credo sia evidente che tu non fossi stranamente presente quando una candidata agli organi centrali di ateneo girava per le aule del quadrilatero con la maglia della goliardia, senza esservi neppure iscritta: quella come la vuoi chiamare? e soprattutto dove sta scritto che strumentalizzare un'associazione invisa o comunque mal giudicata dal 90% degli universitari possa procurare un vantaggio?
avrei preferito da parte tua una critica sui contenuti del volantino da te "casualmente reperito", tant'è che io per primo non ne condividevo neppure il 10%, e questa è forse la prova che la VOCE UNIVERSITARIA l'unica cosa che faccia di estremo sia concedere ampia (forse troppa) libertà ad iscritti e non, di pubblicare tutto ciò che più ritengono opportuno (di fatto il cazzo che gli pare). ti informiamo anche che tra i nostri iscritti c'è molta eterogeneità di pensiero e al nostro interno il confronto democratico non è mai stato negato a nessuno. dispiace a tutti noi -che intendiamo col nostro giornaletto offrire un servizio a chiunque volesse far sentire la propria voce- leggere commenti che incitano a ripercussioni fisiche nei nostri confronti e provocazioni di vario genere alle quali non è nostro costume cadere.
dietro un nomignolo e un display seduti comodamente a casa si può oltraggiare e minacciare chiunque.
noi invitiamo te e chi la pensa come te a riflettere seriamente sulle conseguenze che le parole da voi pubblicate potrebbero avere, e vi esortiamo a confrontarvi più serenamente con chiunque la pensi diversamente e soprattutto in modo meno vile. il commento di un singolo goliarda non muterà certo la simpatia che ho sempre nutrito per l'associazione turritana. mi auguro che l'autore voglia pubblicare questo mio intervento anche perchè contemporaneamente sarà pubblicato ovunque ve ne sia possibilità. rinnovando l'invito a un confronto sereno e aperto, saluto cordialmente te, caro principe, e i tuoi fratelli che vivono professando la cultura l'intelligenza e l'amore per la libertà, spero non arrogandosene l'esclusiva..........
cordialmente...........
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Con mia grande sorpresa la risposta è arrivata…e non mi sembra giusto relegarla ad un commento ma pubblicare questo “diritto di replica” nella sua interezza e dedicarle lo spazio che merita.
Punto primo: sostenere che negli anni 50 e 60 vi fosse un organo di stampa universitario chiamato Voce Universitaria e che questo facesse capo alla ormai estinta Associazione Turritana Universitaria, voglio esser sincero, non è una gran prova di cultura; è un po’ come dire che durante le crociate c’erano i templari…lo sanno anche i bambini delle elementari.
Per sapere cosa erano effettivamente le crociate e chi veramente fossero i templari occorre senza dubbio dedicarsi a studi superiori e andare oltre le informazioni semplicistiche e vuote di un sussidiario, quali sono quelle che tu mi hai dato.
La cultura presuppone qualcosa di più di una data ed un nome messi vicini, e soprattutto presuppone una effettiva e giusta collocazione di tali dati e simboli nel contesto in cui son nati ed in cui hanno vissuto.
Al tempo infatti vi erano varie associazioni studentesche che come oggi concorrevano nell’elezione dei rappresentanti degli studenti, e che come oggi avevano delle particolari connotazioni politiche e ideologiche.
Non erano tante come oggi, e probabilmente questo permetteva di qualificarle in maniera più netta.
Gli studenti cattolici, soprattutto quelli più vicini alla politica di “parrocchia” confluivano in una associazione dai forti connotati ideologici-religiosi chiamata F.U.C.I. (Fondazione Universitaria Cattolica Italiana, tuttora esistente in vari atenei) mentre gli studenti dell’area di destra (diciamo vicini all’M.S.I.) confluivano quasi nella loro interezza in un’altra associazione studentesca denominata F.U.A.N. (Fronte Universitario di Azione Nazionale, credo oggi Azione Universitaria all’interno di Azione Giovani, mi si corregga se sbaglio…).
Vi era poi un’associazione nella quale confluivano coloro i quali non appartenevano a specifiche e radicali connotazioni politiche o partitiche, e che esprimeva una propria lista di candidati come le altre, appunto l’A.T.U. ,sorta probabilmente sulla base degli ideali costituzionali post ventennio (più o meno in linea rispetto agli ideali delle rinate associazioni goliardiche post G.U.F.) che risultava politicamente di difficile orientamento in quanto composta da assocciati delle più varie provenienze ideologiche: cattolici non confluenti nella FUCI, comunisti (non di matrice “extraparlamentare”), esponenti della destra moderata, socialisti, repubblicani, liberali etc. etc.
Ed era all’interno dell’ATU ( più specificamente nell’A.T.U. U.G.I. , appunto unione goliardica italiana) che risiedeva l’associazione goliardica sulle ceneri della quale 25 anni fa è sorta l’A.G.T.
Veniamo a Voce Universitaria: questo periodico ufficiale dell’A.T.U. (ne era infatti direttore ad honorem il Pontefice Massimo Imperante) altro non era che un aperiodico informativo di varia natura e dai contenuti assai eterogenei: se potessimo dargli una connotazione (credo vi sia ancora presso la libreria Dessì una bellissima raccolta che invito ad acquistare) probabilmente dovremmo qualificarlo come un giornale di satira, che tra il serio e il faceto tendeva a farsi beffa dei costumi sassaresi (CASTIGABAT RIDENDO MORES per dirla in tono colto) e nel contempo dava la possibilità a molti futuri giornalisti o letterati di cimentarsi nelle loro prime esperienze editorial-giornalistiche, fugando i toni troppo accesi della faziosità politica e delle ideologie troppo esasperate, quali erano (anche giustamente) quelle delle altre associazioni.
E sappiamo benissimo che ormai da un po’ di anni una nuova voce universitaria ha un sito internet , una trasmissione televisiva (o almeno aveva?) con legittimi copyright (qualche volta avete speso, spero non a vuoto, tempo anche sulla goliardia) e ci sta benissimo che facciate informazione, anche se non fate satira o costume come la vecchia voce universitaria, quale appunto fin oggi ci è sembrata, parlando di università e di ciò che all’interno dell’ateneo avviene, rendendo un servizio assolutamente utile e oggettivo.
Utilizzateli pure quando fate questo tipo di informazione!
Ciò che ci duole, e stiamo parlando del giornale di cui sopra, è che di colpo in concomitanza con particolari eventi universitari (ed è questo che non rende giusta memoria a ciò che voce universitaria era ) attraverso un sindacato degli studenti che alla nuova voce universitaria appare intimamente legato si faccia della chiara e schierata politica studentesca utilizzando dei simboli che se pur “legalmente utilizzati”, permettetecelo di dirlo, appartengono alla nostra storia di goliardi più che a qualsiasi altra associazione studentesca turritana.
Saremo fatti male, ma se vediamo una feluca associata a pura informazione universitaria, o anche ad iniziative benefiche, quand’anche non goliardiche, non proviamo alcun fastidio, ma se la vediamo associata a chiare posizioni ideologiche ed a particolarismi politici, siano essi di destra o di sinistra, la cosa un po’ci addolora, perché non rende giustizia all’originale significato delle cose.
La “vexata questio” infatti verte su quel volantino e sulle posizioni che da esso scaturiscono.
Giornale degnissimo di esprimere ciò che sente di dover dire e di fare l’informazione che più ritiene opportuna in un mondo democratico e libertario, ma che pecca nel momento in cui prende dei simboli e delle diciture (senza snaturali??) per appiccicarli a contenuti e tematiche lontani anni luce da quelli che quei simboli e quelle diciture hanno rappresentanto.
E se anche un tribunale avesse dato l’OK (i goliardi se ne fregano dei tribunali, si fregano le cose l’un l’atro senza mai essere andati di fronte ad un giudice) la verità è che voi avete preso nomi e simboli per stravolgerli, anche solo limitatamente a questo episodio a vostro uso e consumo, rendendo torto al significato reale che quei simboli e diciture hanno avuto in passato e che tutt’oggi son convinto meritino ancora di avere.
Se alcuni avessero intenzione di far rivivere voce universitaria nei contenuti che essa aveva o anche solo per fare della corretta e imparziale informazione ben venga, ma se si deve utilizzarla per scriver di tutt’altro giusto perché “è storico e suona bene”, per cortesia, lasciatela in cantina, ci è stata per 40 anni e non credo che si offenda a rimanerci un anno più o un anno meno.
Punto secondo: Partendo dal presupposto che quello che tu dici sia vero, è un peccato che non abbia visto la candidata da te menzionata aggirarsi a far campagna elettorale con una maglietta della goliardia (credo fosse piuttosto del forum studentesco, con il quale la goliardia si è fatta promotrice della festa di piazza università in concomitanza col 25ennale dell’associazione goliardica, nella quale campeggiano i simboli delle singole associazioni di facoltà oltre a quello degli studenti Erasmus, manifestazione che agli occhi del migliaio di persone che vi hanno presenziato non è apparsa certo come politica o ideologicamente orientata…ma poco importa).
L’avrei invitata, né più e né meno come faccio con voi, a continuare la campagna senza maglietta, magari consigliandole di proseguire solo in reggiseno, cosa che magari le avrebbe potuto dare ben più consensi tra gli elettori più qualunquisti!
Anzi, vi invito (anche se siete un po’ in conflitto di interessi!) a segnalarci tutti coloro i quali facciano propaganda extra goliardica fregiandosi dell’esser goliardi o esser amici della goliardia, cosicché possiamo “bacchettarli” esattamente come abbiamo fatto con la vostra iniziativa.
L’AGT non ha liste elettorali e propri candidati e qualora alcuni membri della goliardia(?) concorressero alle elezioni… non lo farebbero certo con una feluca in testa o come goliardi (cosa che faceva l’A.T.U. negli anni 50 e 60) perché saprebbero che questo li farebbe incappare quantomeno in una espulsione perpetua dall’associazione.
Punto terzo: non abbiamo mai messo in dubbio, anzi ci crediamo eccome, che tra i vostri iscritti ci molta eterogeneità di pensiero e che al vostro interno il confronto democratico non sia mai stato negato a nessuno, cosa che mi auguro sia comune a tutte le associazioni universitarie…tranne la Goliardia che per puro paradosso è e si mantiene, nel gioco, ecclesiale, gerarchica e autoritaria.
Ribadisco solo che la feluca come simbolo (e voce universitaria nella sua memoria storica) rappresentano o i goliardi nello specifico (quelli che la portano in testa dal 1892 per intenderci) o, oggi con grosso sforzo, gli universitari nella loro totalità e non possano essere utilizzati per rappresentare questa o quella associazione, questa o quell’area politica.
Punto quarto: non credo che le parole da noi pubblicate possano avere conseguenze più gravi di un reciproco sfottò o di uno scambio di vedute, magari di fronte ad una birra.
Non è nella nostra indole e parlo a nome di tutti i goliardi turritani e non solo(che ahimè penso che abbiano il mio stesso punto di vista sull’intera faccenda).
Purtroppo i goliardi, quando da goliardi scrivono, non essendo politici, usano male il politichese e difficilmente appaiono “politically correct”…ognuno ha i suoi limiti! Urlano, pungolano, ma mai voglion mancar di rispetto nel profondo a nessuno, questo te lo assicuro.
Quanto ai commenti su eventuali ripercussioni fisiche, si vede che non sei un goliardo, diversamente ne avresti colto il significato, parola mia, tutt’altro che violento!
Punto sesto: un grazie per aver replicato, se volessi aggiunger ulteriori commenti libero fiato alle trombe!
Lupaccione III il Virtuoso Pontifex Maximus S.O.G.F.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella Pontè...come al solito sintetico e circonciso ! Però... le punizioni che avevo proposto... si potrebbero sempre commutare in tanta birra fino al 1969+infinito ... un abbraccio fraterno! D'A.
P.S. Gaz questa tastiera è una bidonata ... non ho il simbolino "infinito".

Anonimo ha detto...

ceeesssss fino all'ultimo pensavo che fosse Barisone a scrivere!!! comunuqe complimenti per la cannuciatio che gli hai inflitto Pontè!!(in tono ironico eh, prima che qualcuno si offenda....)

Sbronzetto I° ha detto...

Meraviglioso Pontifex..ci vediamo nella grotta della setta di sangue...

Sua Ebbrezza Tazzone ha detto...

Gentile Pontefice Lupaccione,

in qualità di Principe – tra i più anziani purtroppo – mi sento tirato per la giacchetta da quella che hai chiamato la “vexata quaestio”: può un laico utilizzare le nostre Sacre Insegne per scopi non rituali?

Può impunemente travestirsi da Goliarda non essendolo e non avendosi guadagnato la dignità di indossare la feluca, attraverso i sacri riti iniziatori della nostra religione?

E’ questo il problema, caro Pontefice, che i laici non riescono a capire: la feluca – come dice il leggendario Ovidio Borgondo, detto "Cavour" – “è una cosa sacra, esso è la nostra bandiera, la nostra fede, il simbolo della nostra magnifica stirpe goliardica, l'emblema della gioventù di tutti i secoli che mai non muore, ma incessantemente si rinnova passando giocosamente nel mondo come un soffio profumato di primavera. E' il berretto che fa il monaco”.

“Loro” pensano che la feluca sia il berretto del giullare e che possano disporne a loro piacimento! Noi diciamo con tono fermo ed incrollabile: NO! Noi non ci stiamo! Come bene dici a noi i tribunali non interessano (li abbiamo frequentati in passato – peraltro – uscendone sempre a testa alta!), a noi la parola copyright fa venire la pelle d’oca, a noi l’arroganza ci fa fremere di rabbia perché coloro che la adottano non hanno le nostre stesse regole sancite da secoli di tradizioni trasmesse oralmente, così come avvenne per le più belle preghiere del medioevo o per i testi epici.

Lo stesso utilizzo della testata “Voce Universitaria” mi fa gridare allo scandalo ed alla eresia! I nostri vecchi Pontefici (Paravion, Baccano, Bislacco, Favetta e tutti gli altri) se vedessero l’uso strumentale che se ne fa si addolorerebbero, sentirebbero – ne sono certo – una fitta al cuore, come se fossero stati pugnalati … Quello che è stato perpetrato, a mio modo di vedere, è stato un furto morale, compiuto ai danni della nostra Goliardia Turritana; è come se qualcuno ci avesse strappato la nostra Bandiera di Guerra pluridecorata che pensavamo al sicuro nelle nostre anime e nel nostro cuore.

Caro Pontefice, lo so … “loro” non capiranno mai il nostro stato d’animo, la ferita che ci hanno inferto mescolando il Sacro (la feluca ed il simbolo della nostra Goliardia) con il profano (la politica). “Loro” si trincerano dietro tribunali, registrazioni e copyright; “loro” pensano che adottando i nostri Simboli potranno portare più consensi alle loro idee. Bene! Però sappiano che loro utilizzeranno pure il simbolo del goliarda che irride il mondo spernacchiandolo, ma non lo capiranno mai fino in fondo!! Non sapranno mai veramente cos’è la nostra Libertà di Goliardi, non sapranno mai il piacere che si prova ad incontrare un fratello per la prima volta e l’abbraccio che ci si scambia, il calore che ci si trasmette, l’amicizia che permea gli incontri tra persone libere e che si rispettano tra loro senza la necessità di regole scritte, ma seguendo solo la nostra Tradizione.

Un’ultima cosa prima di chiudere: “loro” pensano che il goliarda faccia una pernacchia al mondo … ah ah ah! Non hanno capito niente! Il goliarda altro non è che un cazzo verso il mondo!! Proprio così: coprendo con un foglio il viso e lasciando in vista il mento ed il naso appare come d’incanto un cazzo … che è molto di più di una pernacchietta da bambini.

Con devozione e stima

Tazzone, Princeps

Anonimo ha detto...

Ricordatevi che d'ora in poi......dopo il punto quarto c'è il punto sesto! e dopo il punto sesto c'è il punto G!